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23
Mar, Apr
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A misura d’uomo (e di tecnologia)

Editoriali
Tipografia

Sempre più difficile viaggiare e orientarsi nella nebbiosa e insidiosa palude della presunta mobilità sostenibile.

Dopo l’ultimo scandalo che si è abbattuto sull’automotive a causa dei criminali test su uomini e animali effettuati da alcune case tedesche, non siamo nemmeno certi di sapere cosa fa più male: secondo Hans-Peter Hutter, medico specialista del dipartimento di Salute ambientale dell’Università di Vienna, gli animali costretti ad inalare i gas di scarico di un motore Diesel del 2013 hanno mostrato segni di infiammazione più evidenti rispetto agli esemplari costretti a respirare gli scarichi di un Diesel del 1997

Anche l’auto elettrica non è esente da chiacchiere: assicurarsi le forniture necessarie per la fabbricazione di batterie su larga scala non è affatto facile e indolore, visto che i principali minerali necessari per la produzione di generatori al litio-ionio sono cobalto, graffite e litio, con miniere – di litio e cobalto in particolare – che scarseggiano o si trovano in paesi politicamente molto instabili. Dello sfruttamento del lavoro minorile hanno parlato anche Le Iene con Luigi Pelazza volato in Congo per un reportage sul cobalto. I danni da inquinamento non sono meno inquietanti, con numeri di morti premature da capogiro: oltre 90mila in Italia e 500mila in Europa ogni anno). 

La normativa internazionale sempre più complessa e stringente in tema di emissioni non è nata per caso e le procedure di infrazione fioccano, sull’Italia e su altri Paesi. All’ultimo tavolo Ue sulla qualità dell’aria convocato dal Commissario per l’Ambiente Karmenu Vella è stato ribadito il rischio di un deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, intanto però i politici si preoccupano di come evitare o dilazionare le sanzioni e non di attuare una vera politica di tutela dell’ambiente e della salute. I 90mila morti e i pesantissimi danni alla salute umana esigerebbero dal governo provvedimenti urgenti a favore della mobilità sostenibile che aspettiamo invano da anni.

Il graduale percorso verso le emissioni zero dovrà utilizzare tutte le risorse disponibili, seguendo lo sviluppo delle tecnologie senza alimentare distorsioni.

Lo ha chiarito anche la normativa internazionale più recente, la Direttiva DAFI per la realizzazione di un’infrastruttura europea per i combustibili alternativi, che fungono, almeno in parte, da sostituti delle fonti di petrolio fossile nella fornitura di energia e possono contribuire alla decarbonizzazione e migliorare molto le prestazioni ambientali del settore dei trasporti.

Quali fonti energetiche rimangono oggi a poter dare un contributo vero all’ambiente e alla salute senza il peso di danni collaterali? Idrogeno, biocarburanti, gas di petrolio liquefatto (GPL), metano e biometano, in forma gassosa (gas naturale compresso - GNC) e liquefatta (gas naturale liquefatto - GNL).

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