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Ven, Apr
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Verso una nuova idea di mobilità

Editoriali
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Sul parco circolante – presente e futuro – si reggono i bilanci degli Stati. Non è un’affermazione assurda: secondo le elaborazioni Acea, Associazione europea dei costruttori di automobili, nell’Europa a 15 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito, escludendo cioè i paesi entrati dopo il 1995) la tassazione sui veicoli a motore vale 413 miliardi di euro all’anno, circa tre volte il bilancio totale della UE. 

Nella cifra sono considerate le tasse sull’acquisizione di veicoli (Iva, imposta sulle vendite, imposta di registro), sulla proprietà (tassa annuale di circolazione, altre tasse stradali) e sui consumi (tassa sul carburante).

Il segretario generale di Acea, Erik Jonnaert, sottolinea che il settore contribuisce in modo significativo ai progetti finanziati con fondi pubblici e alla salute generale dell’economia.

Come leggere queste cifre alla luce delle esigenze dettate dalla mobilità sostenibile? Ci muoviamo su diversi livelli. 

Da un lato variazioni nel fuel mix comportano conseguenti variazioni di gettito, che impongono un cambio di paradigma e/o l’introduzione di correttivi. Dall’altro ai fini ambientali per determinare la tassazione diventa importante valutare l’intero ciclo di vita dei veicoli, attraverso un’accurata analisi well-to-wheel (dal pozzo alla ruota, letteralmente) e anche oltre, fino al fine vita.

Infine, è indubbio che si stia delineando una nuova idea di mobilità, che non potrà fondarsi solo sull’elettrificazione.

Ottimizzazione del trasporto pubblico, sharing mobility, telelavoro, smart vehicles, gas e biogas, sistemi ibridi ed elettrici: tutti aspetti che vanno a comporre il puzzle delle risorse da utilizzare al meglio, così come al meglio devono essere identificate le fonti di inquinamento generate da ogni filiera e le rispettive potenzialità di soddisfazione dei bisogni degli utenti.

In questo quadro, in linea con provvedimenti quali la Dafi, vanno individuate misure omogenee  di contrasto all’inquinamento che promuovano realmente la mobilità sostenibile e tutte le propulsioni alternative, tenendo conto del progresso tecnologico e della reale possibilità di utilizzo delle varie applicazioni. 

In questa direzione va anche l’appello delle Regioni firmatarie dell’Accordo di bacino padano contro lo smog: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, che applicano misure simili ma non sovrapponibili dal 1° ottobre al 31 marzo, al centro le limitazioni ai diesel. Il loro obiettivo è infatti quello di armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate entro il 2020 (ricordiamo che oggi sono i Comuni, attraverso le ordinanze, a decidere i provvedimenti per contrastare l’inquinamento, pur in linea con eventuali indirizzi regionali).

Sull’onda dell’emozione fioccano domeniche ecologiche, blocchi del traffico e proclami di vario genere, ma è importante rimanere con i piedi per terra e investire concretamente: assecondare lo sviluppo di risorse importanti quali l’elettrificazione, sostenere la rottamazione dei mezzi più vetusti e nel contempo valorizzare soluzioni quali la trasformazione a gas – dei benzina ma anche dei diesel – per abbattere subito in modo consistente le emissioni inquinanti. Impensabile e antieconomica la sostituzione immediata (v. pag. 10) di milioni di veicoli funzionanti spesso di proprietà di chi non ha la possibilità di affrontare un nuovo acquisto. 

Ben venga allora il piano strategico della mobilità sostenibile annunciato dal Ministro dell’Ambiente Costa (che dovrà portarci fuori dalla procedura d’infrazione Ue): ci auguriamo che saprà essere equo ed efficiente.

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