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Sab, Apr
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Audi trasforma i rifiuti automotive per creare cinture di sicurezza

Ambiente
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La Casa dei quattro anelli ricorre alla plastica da riciclo per le fibbie delle cinture di sicurezza di nuova Audi Q8 e-tron.


Per la prima volta, il Brand attinge ai materiali secondari per la realizzazione di componenti votati alla sicurezza. La plastica delle nuove fibbie, ottenuta riciclando chimicamente i rifiuti automotive, è il frutto di un innovativo processo industriale sviluppato con lo specialista LyondellBasell.

Il processo di riciclo chimico è frutto del progetto pilota sostenuto da Audi sin dal 2021 in collaborazione con il Karlsruhe Institute of Technology (KIT), il quale prevede che i componenti plastici automotive non riparabili vengano separati dai materiali estranei prima di essere sminuzzati e trasformati in olio di pirolisi.

L’olio di pirolisi e le sue qualità

Le qualità dell’olio di pirolisi, definito bio-greggio, corrispondono a quelle dei derivati del petrolio. I materiali realizzati ne garantiscono le stesse caratteristiche dei componenti originali e, inoltre, può essere recuperato e riciclato di conseguenza.

L'olio di pirolisi viene introdotto nel processo di produzione delle nuove plastiche secondo un approccio definito del "bilanciamento di massa". Le cover delle fibbie delle cinture di sicurezza sono costituite dal 70% del granulato di quest’olio, una percentuale che è stata certificata da ecocycle, agenzia indipendente che monitora la sostituzione della risorsa fossile con il prodotto secondario.

Audi mira nel breve termine a generare quanto più olio di pirolisi possibile da escludere totalmente il ricorso ai derivati del petrolio, andando a recuperare rifiuti automotive altrimenti difficilmente riutilizzabili. L'olio di pirolisi può quindi sostituire il greggio come materia prima nella produzione di componenti plastici con costi parificabili a quanto richiesto dal mero smaltimento meccanico degli scarti.

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