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20
Sab, Apr
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Diario dal coprifuoco

Libri
Tipografia

Dal 12 marzo 2020, i 53 giorni che hanno cambiato la nostra vita. Parole, sensazioni,immagini inquietanti, un film da rivedere al contrario.

Il Diario dal coprifuoco ci ha accompagnato durante tutto il lockdown sul sito del quotidiano Avvenire e ora è diventato un libro, seguendo il proverbio Zen nella vita bisogna fare almeno tre cose per essere felici: avere un figlio, scrivere un libro (il secondo per l’autore, ndr), piantare un albero. Parole in libertà, giorni senza libertà. Chiusi per il virus, non potevamo fare ma potevamo continuare a pensare. Inizia con questa considerazione il racconto dell’autore: il giornalista Alberto Caprotti ha deciso di mettere su carta i suoi pensieri per non dimenticare. Non mancano i riferimenti all’ambiente, citando ad esempio David Quammen – 7,7 miliardi di esseri umani che causano alterazioni nella natura, vivono in città densamente abitate e sono connessi con aeroplani che li portano da una parte all’altra del mondo – lasciando trasparire che un approccio più sostenibile migliorerebbe il pianeta senza metterci a rischio di contagio in una pandemia come l’attuale. Il 3 maggio 2020 l’ultima pagina del diario, chechiude così: C’era un cartello appeso alla serranda chiusa di un negozio in centro:riapriremo quando potremo di nuovo baciarci. Non possiamo baciarci, ma il negozio domani riapre. È la vita che batte,l’insopprimibile che spinge. Per quel che posso, voglio esserci.

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