Le origini di Verona si perdono nella notte dei tempi. Nella parte alta del fiume Adige, che bagna le colline a nord della città, dove le Prealpi veronesi si adagiano nella pianura padana, sono state trovate tracce di insediamenti umani del paleolitico, con manufatti attribuiti all’Homo Erectus, a Quinzano, di 400.000 anni fa.
Tutta l’area, fertile e irrigata, nei millenni crebbe e si sviluppò costantemente con popoli pre-romani. Il nome stesso, forse di origine etrusca, era noto prima che la città diventasse nel 89 a.C. colonia e, 40 anni dopo, Municipio Romano. La città si sviluppò come nodo strategico a ridosso delle Alpi e al centro delle vie di comunicazione che univano gli insediamenti romani, incrocio di culture, mercanti e civiltà che salivano verso il nord Italia e l’Europa, oppure scendevano verso il cuore della pianura e la via Emilia, a sud, per collegarsi alla rete di strade consolari romane.
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Anche a Verona ci fu decadenza alla caduta dell’Impero, ma la vicinanza con Ravenna e con Venezia mantennero la città in un’area relativamente tranquilla pur attraverso 2-300 anni di conflitti che videro Verona al centro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Proprio da una disputa tra due famiglie di diversa bandiera, Montecchi e Capuleti, prende spunto l’epopea di Giulietta e Romeo, nell’opera shakespeariana omonima che tanta fama portò all’autore e alla stessa Verona, diventata simbolica città dell’amore. Nei tempi a seguire la città, dopo un paio di secoli di lotta tra le signorie Visconti e Della Scala, che comunque non ne rallentò la crescita culturale e mercantile, volontariamente aderì alla Repubblica della Serenissima, consegnando le chiavi della città al Doge veneziano Michele Steno nel 1405. Cosi per Verona iniziarono 400 anni di pace e prosperità fino all’arrivo di Napoleone, poi l’impero Austroungarico e finalmente italiana nel 1866.
Gioiello architettonico, l’Arena di Verona è ancora sede di spettacoli e manifestazioni. Dal medioevo al rinascimento, la città è un museo a cielo aperto, tra palazzi, vicoli, ponti e piazze di rara bellezza e fascino. Luoghi che nei secoli hanno attirato poeti e artisti affascinati anche dalla grande ospitalità, dal vino leggero delle vicine colline e dalla cucina locale, vero trionfo di gusti tra l’antichità contadina e i sapori moderni.
Verona si è mantenuta una città pulita e con orgoglio si dichiara votata all’ambiente anche nella modernità del traffico urbano e della civiltà dell’auto. A Verona un incentivo economico che consentiva ai possessori di veicoli a benzina una loro trasformazione a gas (GPL o metano) usufruendo di un contributo-sconto con uno stanziamento totale di 43.150 Euro del comune, si è esaurito in 24 ore. Prova della grande attenzione dei veronesi all’ambiente e conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che con piccoli contributi, volti a miglioramento ambientale e sostenibilità, la cittadinanza risponde bene e i risultati ecologici ed economici si raggiungono. Purtroppo da Roma le autorità centrali si baloccano in mega incentivi per le auto elettriche, che nessuno richiede, o in enunciazioni di principio senza finanziamenti reali. Per fortuna i Comuni sono più concreti, vera prossimità per i cittadini che ben rispondono: a Verona il 10% del circolante urbano è ecologico a GPL o metano e le infrastrutture di distribuzione sono capillari.
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