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Ven, Apr
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Intervista a Licia Balboni, Presidente di Federmetano

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Federmetano, federazione nazionale dei distributori e trasportatori di metano, nata nel 1948 ha eletto nel luglio scorso un nuovo presidente: Licia Balboni, in precedenza responsabile delle politiche regionali per la stessa Associazione, per i prossimi quattro anni si trova a gestire un momento di grandi cambiamenti nel mondo dell’autotrazione.

L’Italia ha quasi raggiunto di 1 milione di veicoli a metano, serviti da oltre 1.150 distributori stradali. Dopo le ottime performance del mercato degli anni scorsi ci troviamo ora in una fase di stallo, governata da un crescente interesse per veicoli elettrici e ibridi. Quali ricette per riportare l’attenzione sui carburanti gassosi, da sempre virtuosi? Ne parliamo con Licia Balboni, neoeletta presidente di Federmetano.

Quali i prossimi obiettivi di Federmetano?
Negli ultimi 8 anni, durata del mandato del Presidente Ing. Natali, molte cose sono cambiate nel settore auto, cercherò di portare Federmetano a seguire questi cambiamenti.
Continuerò a operare per promuovere il metano in tutte le sue declinazioni (Cng, Lng e biometano), mantenendo in primo piano le esigenze dei nostri Associati, che sono molteplici e riguardano non solo la normativa tecnica strettamente connessa all’attività di vendita dei distributori stradali, ma tutta la filiera: dal supporto contrattualistico nei confronti dello shipper, alla costante informazione rispetto agli aggiornamenti normativi sia nazionali che regionali, e alla rappresentanza del settore presso i Ministeri di competenza (Min. Interni, MiSE, Min. Ambiente, MEF). Non trascurabile il rapporto con il comparto officine, a noi affiliate dal 2009.
L’obiettivo è allargare la base associativa, dagli attuali 170 aderenti, rappresentativi di tutto il territorio nazionale, promuovendo l’avvicinamento di nuove realtà.

La direttiva Dafi riserva grande spazio al gas naturale. Pregi e difetti?
Il recepimento della direttiva rappresenta una straordinaria occasione per far fare al metano per autotrazione quel “salto di qualità” che ancora non è avvenuto. Lo schema di Decreto Legislativo attualmente al vaglio del Parlamento (la scadenza del 18 novembre è stata prorogata) contiene misure organiche, alcune delle quali, meglio di altre, possono agevolare lo sviluppo del Settore, come la misure per l’eliminazione delle penali di supero della capacità giornaliera.
Il provvedimento potrebbe essere “migliorato” per rendere più efficaci e incisive le misure per lo sviluppo della rete distributiva: negli ultimi anni, anche per effetto delle politiche di liberalizzazione adottate soprattutto a livello nazionale, si è assistito a una proliferazione di impianti di metano per auto solo in alcune regioni, prevalentemente al nord – centro Italia, mentre altre aree del paese in cui la rete distributiva di questo prodotto era già carente, compresa la rete autostradale, scontano tuttora una situazione di inadeguatezza rispetto all’utenza potenziale. Per questa ragione abbiamo proposto di riconsiderare le priorità individuate dal provvedimento ponendo al primo posto le autostrade e i bacini d’utenza con rete inadeguata.
Con lo stesso obiettivo chiediamo che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, organizzi incontri con i rappresentanti del settore metano, per raccogliere le indicazioni di modifica al Codice di Rete e renderle operative quanto prima.

Biometano, un’opportunità per l’autotrazione.
Lo sviluppo del Biometano che tante speranze ha acceso in operatori e utenti, per il momento è fermo. Il decreto del 5 dicembre 2013, che ha aperto la strada al biometano in Italia, a oggi non ha portato alla nascita di alcun impianto per autotrazione. Siamo in una fase di stallo, che ci auguriamo venga superata da un nuovo testo di Decreto sul biometano che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe mettere in consultazione pubblica sul proprio sito e che potrebbe dare lo slancio necessario all’effettivo sviluppo del settore, e ulteriori notevoli vantaggi alla filiera agricola e dell’automotive.
Siamo in contatto con associazioni rappresentative del settore agricolo, come Agroenergia, e con il GSE- RSE per la valutazione dei meccanismi di valorizzazione economica di questo carburante di seconda generazione, un vettore energetico che rappresenta per il settore (e per il comparto trasporti ed energia italiano) una grande opportunità e, a oggi, la scelta più virtuosa in termini di abbattimento delle emissioni di CO2.

Immatricolazioni e trasformazioni a metano in calo. Quale messaggio lanciare?
Sarebbe importante a frenare la caduta nelle immatricolazioni delle auto a metano. Purtroppo lo spostamento del focus da parte delle case costruttrici su altre tipologie di motorizzazione, togliendo dalla circolazione modelli che potevano agevolare il mercato auto, non aiuta i futuri automobilisti nella scelta di questa alimentazione.
A luglio 2016 c’è stato un calo dell’immatricolato del 49% rispetto allo stesso mese del 2015. Fino ad oggi (gen-ott 2015 – gen-ott 2016) il calo è del 30%!
Ciò anche a causa dell’ibrido elettrico, tecnologia con cui vogliamo creare un dialogo costruttivo. Per difendere la nostra posizione dovremmo rivolgerci alle case costruttrici, ai venditori e alle amministrazioni locali per far sì che ci sia una pari dignità rispetto all’ibrido, per metano o/e GPL.
Negli ultimi tempi, stiamo lavorando a un progetto pilota nel Comune di Bologna e nella Regione Emilia Romagna per far comprendere come i dati di immatricolazione del CNG debbano essere invertiti non solo rispetto all’elettrico ma anche in rapporto alle immatricolazioni benzina e gasolio, le quali sono aumentate soprattutto a causa dei bassi prezzi del petrolio.

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