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16
Mar, Apr
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Una direttiva contro i comportamenti a rischio

Sicurezza
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Il ministro dell’Interno Minniti ha emanato il 21 luglio la “Direttiva per garantire un’azione coordinata delle Forze di Polizia per la prevenzione e il contrasto ai comportamenti che sono le principali cause di incidenti stradali”.

Velocità, telefonini, ebbrezza e stupefacenti, mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o del casco: sono i comportamenti più colpevoli che la direttiva contrasta adeguando strategie e modelli operativi degli organi di Polizia Stradale anche perché, sottolineano dal ministero, nella prima metà dell’anno si registra una crescita dell’1% degli incidenti. 

Avvalendosi della Polizia Stradale i prefetti gestiranno il monitoraggio degli incidenti, affiancati dalle Conferenze provinciali permanenti.

La direttiva indica anche le modalità di collocazione dei dispositivi di controllo. Novità sul posizionamento e definizione dei sistemi di rilevamento della velocità (fissi come Tutor e Vergilius, temporanei come l’autovelox e mobili, utilizzati dai veicoli in movimento); verifica annuale delle apparecchiature; possibilità di effettuare riprese frontali con oscuramento dell’abitacolo per il non riconoscimento delle persone a bordo; regole più puntuali, cartelli idonei a rendere visibili le postazioni di controllo, che potranno funzionare anche su entrambi i sensi di marcia.

Viene raccomandato l’acquisto e l’utilizzo di etilometri e l’attenzione all’impiego del casco e delle cinture – in particolare nei sedili posteriori e dei dispositivi per bambini – e l’impiego massiccio di controlli mirati. 

Dopo anni di decrescita degli incidenti con esito mortale – sottolinea la direttiva ministeriale – si registra un’inversione di tendenza, con un aumento del numero delle vittime. Tale allarmante fenomeno impone una riflessione su cause e dinamiche dei sinistri ma, soprattutto, una rivisitazione delle strategie e dei modelli operativi che disciplinano l’attività di prevenzione e contrasto delle Forze di Polizia anche allo scopo di allineare questa attività con l’obiettivo imposto dalla UE di una riduzione del 50% delle vittime entro il 2020.

Per parte nostra da molto tempo denunciamo le notevoli smagliature nella rete dei controlli e la scarsa severità nell’applicazione di leggi e norme.

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