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Ven, Apr
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Aria inquinata principale killer in Europa

Ambiente
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Italia: record di mortalità da particolato
Come spiega Istat è migliorata la qualità dell’aria nei centri urbani, ma ciò non significa che le cose vadano bene. Secondo la relazione 2015 Qualità dell’aria in Europa pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), l’inquinamento atmosferico continua a essere responsabile di più di 500.000 morti premature in Europa.

Il documento studia l’esposizione della popolazione a vari inquinanti e fornisce un’istantanea (al 2012) basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali: la maggior parte degli abitanti delle città continua a essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici che l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) non ritiene sicuri.

Quelli più dannosi per la salute umana, sono il particolato (PM), l’ozono troposferico (O3) e il biossido di azoto (NO2).

Le stime dell’impatto sulla salute associato all’esposizione di lungo termine alle PM2,5 (micro polveri sottili) mostrano che essa causa 432.000 morti premature, un livello analogo a quello degli anni precedenti; per NO2 e O3 si parla rispettivamente di circa 75.000 e 17.000 decessi.

Nonostante i miglioramenti degli ultimi decenni l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita – afferma Hans Bruyninckx, direttore esecutivo AEA – inoltre ha un impatto economico notevole poiché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività, con notevole perdita di giorni lavorativi in tutti i settori.

In questo quadro purtroppo l’Italia si trova in testa alla tragica classifica dei 28 Paesi dell’Unione europea con 84.400 morti premature: alle micro polveri sottili, che sono principalmente generate dalla combustione del gasolio, ne vengono imputate 59.500.

L’area più colpita dal problema PM2,5 è la Pianura Padana, dove Brescia, Monza, Milano e Torino superano il limite Ue di concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo. Venezia si ferma appena sotto la soglia. Considerando quanto raccomandato dall’Oms (10 microgrammi per metro cubo), il quadro italiano è assai peggiore, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.

Ma vediamo nello specifico i vari inquinanti.

PARTICOLATO – È costituito da particelle microscopiche, originate dai residui delle combustioni o dalla disgregazione delle strutture o degli elementi presenti nell’ambiente. Queste polveri, invisibili ad occhio nudo, sono in gran parte sospese nell’aria, anche in grandi concentrazioni, e risultano assai pericolose per la salute in quanto, anche se inerti, aggregano a sé frazioni molecolari delle sostanze inquinanti, che vengono poi rilasciate nei polmoni quando inaliamo il particolato. E purtroppo in città questo succede ogni volta che respiriamo. Può provocare il cancro, causare o aggravare varie patologie cardiovascolari e polmonari, infarti cardiaci e aritmie. L’87% della popolazione urbana nella UE è stato esposto a concentrazioni di PM2,5 superiori ai valori definiti dall’OMS. Secondo le assai meno rigide norme UE, la percentuale scende al 9%: per l’AEA, rispettare i valori limite dell’OMS porterebbe a un calo di un terzo delle concentrazioni di PM2,5, ossia a 144.000 morti premature in meno. La sigla PM2,5 significa Particulate Matter o Materia Particolata, particelle di diametro pari o inferiore a 2,5 μm (micrometro, o micron). Le piccole dimensioni permettono una dannosissima penetrazione in profondità nei tessuti polmonari.

OZONO – Il 98% della popolazione urbana nell’UE-28 è stato esposto a concentrazioni di O3 superiori ai valori previsti dalle linee guida dell’OMS. Il 15% a concentrazioni superiori al valore obiettivo della UE (anche in questo caso meno rigido). Le concentrazioni di ozono danneggiano anche colture agricole, foreste e piante, riducendone velocità di crescita e resa.

BIOSSIDO DI AZOTO – Colpisce direttamente il sistema respiratorio, ma contribuisce anche alla formazione di PM e O3. Nel 2013, il 9% della popolazione urbana nella UE-28 è stato esposto a concentrazioni di NO2 superiori ai valori limite fissati dall’OMS, e a valori analoghi dell’UE, con il 93% dei superamenti avvenuti in prossimità di strade (e qui ci viene in mente il dieselgate!)

BENZO(A)PIRENE – Inquinante organico altamene nocivo e cancerogeno che si forma dalla combustione di molte sostanze contenenti carbonio fra le quali il gasolio; l’esposizione al BaP è diffusa, soprattutto in Europa centrale e orientale. Nel 2013, un quarto della popolazione urbana nell’UE-28 è stato esposto a concentrazioni superiori al valore obiettivo, se il riferimento è l’Oms si sale invece al 91%.

ANIDRIDE SOLFOROSA (SO2) – È fortemente irritante per gli occhi e l’apparato respiratorio. Può causare edema polmonare. In presenza di acqua o vapore (pioggie, nebbie) genera acidi molto corrosivi. Concentrazioni diminuite negli ultimi anni grazie alla legislazione UE, che richiede l’uso di tecnologie di depurazione delle emissioni e un ridotto contenuto di zolfo nei carburanti (gasolio).

MONOSSIDO DI CARBONIO, BENZENE E METALLI PESANTI (arsenico, cadmio, nichel e piombo) – Nel 2013 le concentrazioni nell’aria esterna sono state generalmente basse, con pochi casi di superamento dei rispettivi limiti e valori obiettivo fissati dalla normativa UE.

Tabella morti paesi UE

 

Morti premature attribuibili all’esposizione a particolato sottile (PM2,5), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) nel 2012 nei 28 paesi dell’UE

 

Le cifre sono arrotondate per eccesso o per difetto al migliaio più vicino.
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