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Mer, Apr
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La Dafi e il biometano ci salveranno?

Politica
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È in vigore dal 14 gennaio il decreto Dafi, che dovrebbe assicurare all’Europa l’infrastruttura per il rifornimento di combustibili alternativi, ed è in fase di ultimazione il decreto di incentivazione del carburante biometano.

Basterà a dare impulso all’auto ecologica e in particolare al gas auto, che è giustamente la propulsione alternativa più diffusa? Prodotto e rete sono importanti, ma se la domanda scarseggia il meccanismo si inceppa.

I dati sulle trasformazioni a gas nel 2016 – vedi editoriale – mostrano una battuta d’arresto e anche l’auto elettrica non decolla nonostante il battage continuo di case automobilistiche e mezzi di informazione.

Ma anche i carburanti gassosi, che garantiscono oggi prestazioni invariate, motori efficienti, autonomia e risparmi considerevoli non si sviluppano come dovrebbero. Possedere un’auto ecologica è ancora l’orgoglio di pochi. Bene la libera circolazione per contrastare l’inquinamento, ma gli incentivi sono indispensabili per muovere il mercato dei veicoli a basso impatto. Pochi quelli rimasti: gli ICBI per la trasformazione a GPL e metano, quelli dell’Emilia Romagna per i veicoli commerciali, le esenzioni dal bollo di alcune regioni e fino ad aprile i contributi per i mezzi pesanti. Eppure anche piccoli importi si sono dimostrati negli anni scorsi fondamentali per motivare gli automobilisti a scegliere motori a basso impatto. Il maggior giro d’affari generato compensa l’investimento dello Stato.

Per avviare la ripresa della domanda una spinta decisiva arriverebbe dall’esenzione pluriennale dal bollo auto. Il Consorzio Ecogas, associazione che riunisce gli operatori del settore GPL e metano auto, ha elaborato una proposta dettagliata, con tanto di copertura finanziaria, che coinvolge mezzi a gas e ibridi. Ma fino ad ora i politici non hanno accolto questa soluzione, sebbene venga proposta da anni, da più associazioni e in diverse varianti. Forse le diecimila imprese e le 100mila persone che vivono di questo settore si domandano perché lo stato, incentivare chi può veramente arginare l’inquinamento, preferisca continuare a perdere centinaia di milioni di euro, costi sociali e sanitari dei 90.000 morti e 400.000 malati causati dai veleni nell’aria.

L’ultimo tentativo lo abbiamo fatto con il decreto legislativo Dafi – commenta Alessandro Tramontano, Presidente Consorzio Ecogas – ma anch’esso non è andato a buon fine. Eppure una maggiore diffusione di GPL e metano può assicurare elevati benefici ambientali, ma anche economici, sociali e industriali e va ad inserirsi a pieno titolo nell’ottica di quella green economy che un governo lungimirante dovrebbe attuare.

 

Il Dlgs Dafi in Gazzetta Ufficiale

Pubblicato sul supplemento ordinario n. 2 alla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13-1-17 il decreto legislativo 16-12-2016, n. 257 Disciplina di attuazione della direttiva 2014/94/UE del Parlamento e Consiglio europeo, del 22-10-2014, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi. Il fine è ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nei trasporti. Fissati tempi e modi per un’espansione della rete, anche marittima e fluviale, obiettivi obbligatori per elettricità e gas naturale (GNL, gas naturale liquefatto e GNC, gas naturale compresso) e facoltativi per idrogeno (previste misure solo in via sperimentale) e GPL, che conta già su una rete capillare.

 

Emergenza smog, il piano ICBI

Inquinamento. La Commissione Ue ha aperto la seconda fase della procedura d’infrazione nei confronti di Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna per il superamento dei limiti di biossido d’azoto nell’aria in alcune città, che si aggiunge a quella delle PM10. Se gli Stati non prenderanno subito misure adatte, la Commissione potrà deferirli alla Corte di giustizia Ue.

La Convenzione ICBI (Iniziativa Carburanti a Basso Impatto), che riunisce 679 Comuni, comprendendo tutte le aree metropolitane e le maggiori città d’Italia, che da tempo ha messo in campo strumenti incentivanti per i veicoli a GPL e metano, sta mettendo a punto un piano d’azione mirato. Lo hanno annunciato il 15 febbraio il presidente e il vice della Convenzione, Assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli e Assessore all’Ambiente di Brescia Gianluigi Fronda: Rappresentate dalla Conferenza degli Assessori, le amministrazioni aderenti si sono confrontate su numerosi aspetti di tutela della qualità dell’aria, evolvendosi in un laboratorio di buone pratiche. In risposta alla Commissione europea, prepariamo una proposta che presenteremo al più presto al Ministero dell’Ambiente.

Della Convenzione fa parte anche il Consorzio Ecogas, che farà la propria parte. Come associazione che rappresenta le aziende del settore dei gas per autotrazione – spiega il Presidente Alessandro Tramontanochiediamo alle Istituzioni di valorizzare al massimo GPL e metano, carburanti alternativi notoriamente a basso impatto ambientale e come tali riconosciuti anche dalla direttiva Dafi recentemente recepita anche in Italia.

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