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25
Gio, Apr
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Vae Victis!

Editoriali
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390 avanti Cristo, i Galli Senoni, che avevano già invaso la Romagna e il nord delle Marche (Senigallia deve a loro il suo nome) guidati da Brenno giungono nei pressi di Roma e sconfiggono l’esercito romano. Resiste solo la rocca del Campidoglio.

I galli tentano di entrare ma vengono fermati: le grida delle oche del Campidoglio, sacre alla dea Giunone, danno l’ allarme . Dopo 7 mesi Brenno propone di togliere l’assedio in cambio di 1.000 libbre d’oro. Quando i romani constatano i pesi truccati, Brenno getta sul piatto della bilancia anche la sua spada pronunciando la famosa frase “Vae Victis!” (guai ai vinti!) che da allora ricorda che sono i vincitori e i potenti a dettare le regole. Oggi si direbbe che sono i potenti a scrivere le leggi “ad personam”. E la vicenda dieselgate ci ha ricordato Brenno. I vinti sono quelli che ancora cercano di difendere la salute e l’ambiente. Le grida di ALLARME sono molte, ne citiamo solo 3.

1) Lo Iarc (International Agency for Research on Cancer, ovvero l’agenzia internazionale dell’Onu per la ricerca sul cancro), ha definito cancerogene le emissioni dei veicoli diesel.

2) L’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha recentemente previsto 3,6 milioni di morti al 2050 dovuti al particolato che ammorba l’aria.

3) L’Agenzia Europea dell’Ambiente afferma che l’inquinamento atmosferico nel 2012 è stato responsabile di oltre 430.000 morti premature in Europa. Concetti, prove e dati impressionanti, che continuiamo a sottovalutare. Dopo il dieselgate, sembrava che ci si avviasse seriamente verso i nuovi test in condizioni reali di guida (Rde) per la verifica delle emissioni, ma dobbiamo rilevare come ancora una volta, con il voto del Parlamento Europeo (PE) del 3 febbraio, che si è espresso a favore di ampi margini di tolleranza, si sia fatto solo l’interesse delle case automobilistiche senza dare il giusto peso alla tutela dell’ambiente e della salute.

Il PE ha di fatto scandalosamente dato il via libera affinchè, per ancora ben 5 anni, le emissioni di ossidi di azoto (NOx) dei veicoli diesel possano non rientrare nei parametri già stabiliti per gli Euro 6 dal 2007, ovvero 80 milligrammi a chilometro, con sforamenti tollerati fino a più del doppio. Non è ancora detta l’ultima parola: dal voto di febbraio la Commissione Ue ha 60 giorni per presentare un’altra proposta, ma non ci sono state levate di scudi, nonostante la chiara opposizione di socialisti e verdi in ambito europeo. Anche moltissimi dei nostri europarlamentari hanno avvallato il nuovo orientamento, con buona pace di qualsiasi piano anti smog. Le stesse sconsolanti considerazioni si possono fare in tema di propulsioni alternative, ovvero GPL, metano e ibride: l’inserimento nella Legge di Stabilità dell’esenzione pluriennale dal pagamento del bollo auto sembrava cosa fatta, ma all’ultimo momento l’emendamento che lo prevedeva è stato messo da parte. Vogliamo davvero l’auto ecologica? Abbiamo davvero a cuore la salute dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli come bambini e anziani? Al di là del (fondamentale) fattore umano, ci rendiamo conto che molti più malati significano enormi costi sociali e sanitari (e più morti premature)? Che maggiori costi equivalgono a più tasse? Che vanno conteggiati anche perdita di giornate di lavoro, danni agli edifici e l’inferiore resa dei raccolti? Che forse non ce lo possiamo permettere?

Un circuito malato che ci allontana inequivocabilmente da sostenibilità, giustizia sociale e crescita.

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