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Gio, Apr
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Clima, fumo o arrosto?

Editoriali
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Clima e salvaguardia del pianeta, sulla scena mondiale entrano nuovi elementi, durante la Conferenza sul clima di Marrakesh – la Cop22 – poco dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale.

È nota la posizione di Trump, che si è dimostrato scettico sulle emissioni climalteranti, mettendo in discussione gli impegni assunti dagli USA. Ricordiamo la frase del 2012: the concept of global warming was created by and for the Chinese in order to make US manufacturing non-competitive, il concetto di riscaldamento globale è stato creato dai e per i cinesi per rendere i prodotti Usa non competitivi. Dal sito del neo eletto, alla voce energia, trapela la volontà di indipendenza energetica utilizzando le risorse disponibili, dal carbone al gas. In occasione della visita al New York Times Trump si è detto disponibile a un’intesa su clima e accordo di Parigi.

Vedremo quale sarà la direzione destinata ad influenzare, qualunque essa sia, anche noi, automobilisti, consumatori, operatori, Italia, Europa. Sperando di andare avanti sia la green economy, i numeri della quale sono nel rapporto diffuso durante gli Stati Generali a Ecomondo l’8 e il 9 novembre.

La green economy italiana mostra la migliore performance fra le 5 principali economie europee, davanti a Germania, Regno Unito, Francia e Spagna negli indicatori chiave: mobilità sostenibile, rinnovabili, riciclo dei rifiuti, agroalimentare di qualità ecologica, efficienza energetica, eco-innovazione, capitale naturale ed emissioni di gas serra. In un medagliere simbolico l’Italia totalizza ben 4 primi posti nei primi 4 sopraelencati indicatori di qualità ecologica.

CO2 nei trasporti: merito anche di GPL e metano? Stando alla composizione del circolante europeo a carburanti alternativi possiamo confermarlo: il primato italiano (ovvero la larga diffusione di mezzi a gas) vale il 22% sull’intera Europa (EU28): su 252,7 milioni di vetture circolanti, il 5,5% sono a carburanti alternativi: lo 0,1 elettriche, il 5,4 a gas, ovvero circa 13,5 milioni. Di questi, ben 3 (22%)circolano in Italia (fonte Acea, The Automobile Pocket Guide 2016-2017).

Pertanto continuiamo a tifare per il gas auto, entrato a ragione nel decalogo verde diffuso dal Consiglio Generale della green economy durante gli Stati Generali di Rimini. Il decimo punto suggerisce la ricetta per lo sviluppo di politiche e misure per una mobilità più sostenibile prevedendo, seguendo l’esempio di Olanda e Norvegia, che dal 2030 ci sia il divieto di immatricolazione per le auto con alimentazione diesel e benzina fossili (le auto quindi potranno avere solo alimentazione elettrica, ibrida, biocarburanti e gas). È necessario anche varare un Piano nazionale della mobilità che investa nella mobilità sostenibile e incoraggiare la sharing mobility.

Lo sanno i politici italiani, che negli ultimi mesi sono vissuti solo per il referendum?

Milano: nessuna buona notizia. Il Comune ha confermato, ingiustificatamente e nonostante le proteste di consumatori, operatori e ambientalisti che da febbraio anche i mezzi alimentati a GPL e metano pagheranno per accedere all’area C.

In cauda venenum: nella sopracitata virtuosissima Olanda, da anni all’avanguardia nella cultura ambientale, le auto elettriche sono solo all’1,2%. È un caso o un mercato maturo vuole l’arrosto e non il fumo?

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